Antonio Pilato a ZSL: La Lazio “Alla conquista di Pechino”

Antonio Pilato è un giornalista serio, ragazzo preparato e intelligente. Ci ha concesso una bella intervista sul suo ultimo lavoro “Alla Conquista di Pechino”. 

Antonio Pilato
Antonio Pilato

Da cosa nasce la tua voglia di pubblicare un libro sulla Lazio su quella particolare gara contro l’Inter?

Avevo voglia di riportare in auge un successo a cui a mio avviso non è stato dato il giusto risalto. E non parlo solo delle solite testate ormai sempre più propense a snobbare le dinamiche biancocelesti, ma dello stesso mondo Lazio, che dovrebbe andar ancor più fiero di quella che è stata una vera e propria impresa epica. Ancora oggi sono incredulo e faccio fatica a pensare come la Lazio di Ballardini abbia potuto battere l’Inter di Mourinho che si sarebbe poi consacrata con la conquista del triplete.

Come hai proceduto nella scrittura e come è nato il progetto?

Nella fase iniziale mi sono dedicato alla ricerca di materiali di quel periodo. Stiamo parlando di un match disputatosi nell’estate del 2009 quando la tecnologia non era ancora a livelli avanzati come quelli odierni. Per questo reperire l’occorrente non è stato semplicissimo, ma al tempo stesso è stato più stimolante. Poi ho testato il terreno per capire le eventuali disponibilità di alcuni dei protagonisti e degli addetti ai lavori che potevano fornirmi maggiori dettagli sulla vicenda. Una volta finita la fase di raccolta sono passato alla stesura a cui mi sono dedicato spesso nelle ore notturne avendo le giornate piuttosto piene. Altre idee mi sono venute strada facendo e le ho inserite coerentemente a quella che era la trama che avevo delineato. Fondamentali sono stati anche i contributi di illustri colleghi come Pierluigi Marconi ed Erika Eramo che hanno realizzato rispettivamente prefazione e postfazione.

Hai in mente qualche altro lavoro di questo tipo?

Nell’immediato direi di no, voglio concentrarmi sulla buona riuscita di questa prima opera. Certo, non escludo che in futuro possa cimentarmi nuovamente in lavori di questo tipo, anche perché mi sono divertito molto nelle vesti di scrittore. La soddisfazione che si ricava è impagabile, però sono necessarie le idee giuste e anche il tempo a disposizione per poterle concretizzare.

Passiamo a parlare di Lazio, come giudichi questa prima parte di stagione?

Ritengo che il bilancio sia positivo. Certo c’è il rammarico per l’eliminazione dall’Europa League in girone ampiamente alla portata, però bisogna ammettere che la squadra oltre i confini nazionali è apparsa abulica e scarsamente motivata. In campionato però sta dimostrando di poter tener testa a formazioni sulla carta decisamente più quotate. I miglioramenti sono stati evidenti, soprattutto nella fase difensiva. La rosa è un po’ più profonda rispetto al recente passato, ma ancora non completa in tutti i reparti. Se penso allo scorso anno credo che la direzione verso cui si sta andando sia quella giusta.

Cosa ti aspetti dalla seconda parte di stagione della Lazio?

Mi aspetto che possa lottare fino all’ultimo per un piazzamento in Champions League. Chiaramente parte sfavorita, ma con qualche innesto a gennaio per puntellare la rosa credo che questa squadra possa davvero ambire a qualcosa di importante. Non vanno però tralasciate le coppe. Sia la Coppa Italia che la Conference League devono essere degli obiettivi da perseguire. Tra le due preferisco la prima visto che sono piuttosto legato ai molteplici successi ottenuti. La seconda la vedo più come un’opportunità per ripartire dopo il tonfo europeo di quest’anno. Vincerla potrebbe dare maggiore consapevolezza in ambito internazionale, ma nel caso sarebbe una gioia effimera e non qualcosa da rimarcare per tutta l’estate.

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